
A Londra manca la luce. La capitale britannica, intorno alla quale orbita gran parte dell’economia europea, sembrerebbe vicina a cadere nelle tenebre. Questa volta il demone della Brexit non c’entra, sebbene stia effettivamente tormentando il sonno di molti europei (Leggi: Il lessico della crisi pt.2). A far calare il buio sulla City non è neppure un blackout nella linea elettrica di questa metropoli da più di 10 milioni di abitanti.
Ma allora, perché a Londra non c’è più la luce?
La risposta vale ben 1 miliardo di sterline. E’ questa infatti la somma necessaria per la costruzione del nuovo
super-grattacielo che ha l’ambizione di essere il più alto della capitale. Un edificio così imponente che rischia di portare le tenebre su molte case della città. Secondo il “London Evening Standard”, sarebbero una dozzina gli edifici che potrebbero non vedere più la luce del giorno se il progetto partisse. Il giornale londinese annuncia che i proprietari degli appartamenti interessati da questa “eclissi” sarebbero pronti a intentare una causa giudiziaria di portata storica. Potrebbe infatti rivelarsi la più grande azione legale nel suo genere. Lo stesso quotidiano britannico l’ha già ribattezzata: fight for the light. La sfida per la luce a Londra si combatte a suon di cemento armato e avvocati.

Una questione spinosa per una città che sta vivendo la sua personale gold rush. Secondo il think tank New London Architecture, che da anni studia l’andamento dell’edilizia nella City, la crescita annuale dello skyline di Sua Maestà ammonterebbe a circa 119 nuovi grattacieli (20 o più piani) ogni anno. Non c’è da stupirsi dunque, se l’incubo di Londra potrebbe essere quello di non rivedere più la luce del sole. La città cresce a vista d’occhio e la questione è ormai all’ordine del giorno: i vicini di casa reclamano il loro “diritto alla luce”.
Tutto ciò potrebbe davvero costituire del buon materiale per la satira d’Oltremanica; osservando il cielo plumbeo sopra il Tamigi è impossibile non cogliere l’ironia di tutta questa faccenda. Situazione paradossale per una città divenuta famosa per i suoi innumerevoli giorni di pioggia e di cielo grigio. Ma la “lotta per la luce”, come l’ha definita il giornale di Alexander Lebedenev, sembra essere tutt’altro che comica, tanto da scomodare addirittura il sindaco di Londra, Mr. Boris Johnson. Infatti, stando all’articolo 237 del Town and Country Planning Act, le autorità locali possono intervenire nel merito della questione e forzare coloro che si oppongono al mastodontico progetto ad accettare un compenso finanziario per la perdita di luce naturale. Poco importa dunque se il blocco di coloro che si oppongono al buio da grattacielo si stia espandendo al crescere dello skyline londinese.

L’età dell’oro è inarrestabile e non sarà certo il “diritto alla luce” a fermarla! Tra chi reclama il diritto a godere dei raggi del sole e chi punta in alto verso un futuro di acciaio, vetro, carte di credito e colletti bianchi, fa certamente sorridere il metodo per determinare quali abitazioni siano condannate dall’ombra degli altri edifici. Questo parametro di riferimento fu ideato negli anni Venti da Percy Waldram con lo scopo di stabilire il livello minimo di luce naturale per rispettare il “diritto alla luce”. Secondo la formula proposta dall’ispettore della luce (Wildram fu proprio ispettore della luce negli anni Venti), per soddisfare i requisiti di tale diritto, i proprietari della casa devono avere abbastanza luce naturale da poter leggere un articolo sul Times con il solo ausilio di una candela posta a un piede da terra. Un metodo forse un po’ datato ma che parrebbe funzionare tra i londinesi, assidui lettori di quotidiani
Difficile sapere cosa ne sarà del super-grattacielo: se svetterà nel moderno paesaggio londinese portandosi via i diritti dei cittadini in un raggio di sole, oppure se perderà la lotta della luce in una causa tra passato e futuro. Una cosa è certa, se il progetto verrà completato nella primavera del 2019 come stabilito, probabilmente non lo leggeremo su un giornale.